Presagi defensionali e tecnica (G.S.Cetere)

 

 

PRESAGI DEFENSIONALI E TECNICA

  Giuseppe Salvatore Cetere

 

1. Il diritto inviolabile alla difesa − spiega il Giudice delle leggi − deve trovare attuazione nella formazione di tutti gli atti che, anche se posti in essere prima dell’apertura del vero e proprio procedimento penale, possono essere assunti dal giudice a base del suo convincimento.[1] Ragioni modernistico-liberali obiettivanti la difesa a salvaguardia della esattezza accertativa: per un’inconsciamente ricercata opposizione paritaria tra accusa e difesa, riecheggiando la nobile triade del liberalismo accusatorio.[2] In piena valorizzazione del legame eziologico tra il portato dell’art. 24 Cost. (“Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.”) e l’anankastica opportunità di allestire equilibrati formanti tecnico-defensionali;[3] funzione essenziale per la tutela giurisdizionale dei diritti: opponendo barriere alla spazialità operativa del potere rappresentativo della realtà esercitabile dal difensore, significherebbe rifiutare/limitare la malleveria stessa.[4] La difesa accetta, di conseguenza, una morfologia bidimensionale: non solo statica resistenza alla parte pubblica, ma attivo coinvolgimento del difensore incaricato nel compiere atti con virtù processuale, per rappresentare al giudice la caratteristica variante dei fatti.[5] Il postulato consequenziale è la partigianeria degli interessi settoriali:[6] estensivamente ricomprensiva delle dimensioni pre e post-procedimentale, atteso il ruolo residuale di sostenere l’inviolabilità defensionale, come diritto individuale eppur sull’impossibile estrinsecazione nell’alveo del contraddittorio dibattimentale.[7] Non costituendo esclusiva pertinenza processuale, affiora l’opportunità riservata di raccogliere informazioni; spiegare indagini per difendere la propria sfera d’interessi, senza minare quella altrui, come garantito dall’art. 2 Cost.: <<il diritto di difesa appartiene al novero di quei diritti inviolabili integranti il contenuto del rapporto costituzionale tra individuo e Stato…, ed anzi…rappresenta l’unica situazione soggettiva che l’ordinamento giuridico caratterizza di una assoluta inviolabilità, inoperante persino in confronto delle libertà fondamentali>>.[8] La nomo-teticità dell’art. 24 Cost. assicura il diritto di difesa in qualsiasi condizione e stadio del procedimento:[9] imponendo la logica connessione tra l’esigenza tutelativa dei diritti individuali, e l’insorgenza procedimentale giudiziaria intaccativa degli stessi.[10] Il finalismo logico (preventivo e/o endoprocedimentale) è preordinato ex art. 327-bis c.p.p.: il I cpv. dell’art. 24 Cost. <<fonda un diritto la cui titolarità e il cui esercizio non potrebbero, evidentemente, essere compressi da leggi ordinarie>>.[11] E ad esso s’aggiunge anche una marcatura topografica: la norma dell’art. 327-bis c.p.p. <<appare collocata in una posizione “strategica”: subito dopo la disposizione relativa alla direzione delle indagini preliminari da parte del pubblico ministero (art. 327) e immediatamente prima dell’art. 328, che concerne il ruolo del giudice per le indagini preliminari>>,[12] per un praxeologico simmetrismo tra le parti processuali.[13]

  La normativa introdotta dalla riforma (l. n. 397/2000) di fine millennio è la xenonimia dei principî costituzionali della difesa e della parità procedimentale:[14] le nuove ipotesi di custodia degli elementi ottenuti con l’operosità difensiva, accordano l’utilizzo processuale nelle stesse cintate concessioni avvertite per l’attività della pubblica accusa.[15] Finalizzazione essenziale della sua concretizzazione in divenire, che scorge il suo addentellato sovranazionale nell’art. 14 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966 (“…3. Ogni individuo accusato di un reato ha diritto, in posizione di piena eguaglianza, come minimo alle seguenti garanzie:…d) ad essere presente al processo ed a difendersi personalmente o mediante un difensore di sua scelta; nel caso sia sprovvisto di un difensore, ad essere informato del suo diritto ad averne e, ogni qualvolta l’interesse della giustizia lo esiga, a vedersi assegnato un difensore d’ufficio, a titolo gratuito se egli non dispone di mezzi sufficienti per compensarlo; e) a interrogare o far interrogare i testimoni a carico e ad ottenere la citazione e l’interrogatorio dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico;”), nell’art. 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (“…3. Ogni accusato ha segnatamente diritto a: a) essere informato, nel più breve tempo possibile, in una lingua a lui comprensibile e in un modo dettagliato, della natura e dei motivi dell’accusa elevata a suo carico; b) disporre del tempo e delle facilitazioni necessarie per preparare la sua difesa; c) difendersi da sé o avere l’assistenza di un difensore di propria scelta e, se non ha i mezzi per ricompensare un difensore, poter essere assistito gratuitamente da un avvocato d’ufficio quando lo esigano gli interessi della giustizia; d) interrogare o far interrogare i testimoni a carico ed ottenere la convocazione e l’interrogazione dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico.”),[16] nell’art. 48 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (“1.Ogni imputato è considerato innocente fino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente provata. 2. Il rispetto dei diritti della difesa è garantito ad ogni imputato.”), nonché nell’imposition della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 (artt. 8 [“Ogni individuo ha diritto ad un’effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge”]  e 11 [“1.Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.”]).[17]

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